sabato 7 dicembre 2013

noiosa

Mi perdo nei tuoi occhietti neri. Quando ti sento ridere il cuore si riempie di quella risata e risuona d'amore. Quando mi guardi e fai le smorfie con la bocca il cuore mi scoppia. Quando siamo a letto  e ho le tue manine appoggiate sul seno...
Lo so, sono noiosa, pallosissima e rincitrullita.
Sì, dico sempre le stesse cose.
Ma questa bambina mi ha rubato il cuore, l'anima e tutto il resto di me.
Sono innamorata persa.
Probabilmente questo blog diventerà un lungo monologo in cui io dico quanto è bella mia figlia e quanto la amo.
Ma ora è così e non posso farci niente!

domenica 1 dicembre 2013

sempre io ma non sono più io

Quando è nata mia figlia è cambiato tutto, anzi è cambiato tutto quando ho saputo che lei c'era. Vedevo crescere il pancione, sentivo lei crescere dentro di me e non ero più io. Ero una ma ero due.
Quella notte in sala parto mi sono divisa da una parte di me stessa che però non ero io, e sono così felice di aver avuto il mio parto naturale, il mio parto senza analgesia, di aver sentito tutto quel dolore. Come un'onda il dolore mi travolgeva, mi buttava sott'acqua togliendomi il respiro, poi riemergevo. E a ogni onda mi perdevo un po', la mia mente si annullava. Fino a che la coscienza di me non c'era più, restava solo il mio corpo, il mio istinto di animale, di donna, a fare tutto.
Quel dolore mi ha aiutato a dividermi, quel dolore mi ha accompagnato, da lento e sopportabile che era fino a diventare violento e potente, nella mia metamorfosi. Da donna a mamma. Da una che ha dentro di sé due a due corpi distinti.
Domani saranno cinque mesi da quella notte. E ancora di più sento quanto la sua nascita sia uno spartiacque nella mia vita.
C'è la me di prima e la me di ora. C'era la Frida di prima e ora c'è la mamma.
Non so se col passare del tempo questa cosa si affievolirà appena, se recupererò almeno in qualche sfumatura me stessa. Ora sento di esistere solo come sua madre. Io non esisto più in quanto me, esisto solo per lei.
A volte di notte quando sento il suo corpicino al mio fianco, sento il suo calore, sento la sua bocca che mi cerca, immagino di essere come una madre antica , una madre ancestrale, preistorica, prima dell'evoluzione, un mammifero. Immagino noi due stese sulla terra nuda, forse su un giaciglio di foglie, penso che nonostante le mura, il letto caldo, i nostri vestiti...poco è cambiato da quei tempi nell'unione tra me e lei. E mi sento viva, mi sento bene, sento che sto facendo il suo bene e questa è la mia nuova felicità.
Forse sto sbagliando...forse no.

venerdì 29 novembre 2013

sono un po' stanchina

 1 ora di cullate, cantate, ciucciate, pianti, urli per farla addormentare, 2376543245 risvegli notturni, 600000 giochini e canzoncine inventate per farla star buona, pranzi e cene più che mangiati, ingurgitati a tutta velocità, doccia fatta in 30 secondi, carica e scarica, smonta e rimonta il passeggino mille volte, carica, lega, allaccia la pargola per fare un tragitto in macchina con lei che urla perchè se c'è una cosa che odia è stare legata nell'ovetto in macchina e io e mio marito ci giochiamo il turno di stare con lei dietro per intrattenerla...
...sei un amore tesoro mio, bella come il sole, sempre di più, hai due occhi che quando mi guardi mi fai impazzire e ti adoro sempre e comunque però lo devo dire...

...SONO UN PO' STANCHINA!



mercoledì 27 novembre 2013

mamma e zia

Sono diventata mamma il 2 luglio, appena due giorni prima, il 30 giugno, ero diventata zia.
Quando mia sorella mi disse di aspettare un bambino io avevo fatto il transfer da pochi giorni. In quei giorni d'attesa mi dicevo che non ce l'avevo fatta neanche quella volta perchè era impossibile il pensiero di me e mia sorella incinte insieme. Mi sbagliavo! Da poco mi hanno raccontato i retroscena di quei giorni: mio padre che piangeva pensando a come mi avrebbero detto che mia sorella era incinta, mia sorella che ha voluto dirmelo subito e si è fatta accompagnare a casa mia per darmi la notizia, mia madre che pregava tutti i giorni che tutto andasse bene perchè non poteva neanche immaginare come avremmo fatto se a una delle due le cose fossero andate storte.
Con la mia sorellina (è più piccola di me di 5 anni) abbiamo condiviso un'esperienza meravigliosa. Le nostre pance che crescevano insieme, i nostri dubbi, le nostre paure. Non è sempre stato facile, nei momenti di difficoltà non potevamo aiutarci a vicenda, lei è stata a letto alcune settimane e ricoverata in ospedale per contrazioni e io non potevo fare niente per lei col mio pancione. E le litigate furibonde dovute agli ormoni impazziti! se ci ripenso mi viene da ridere ma cavoli quante ce ne siamo dette!
Gli ultimi giorni sono stati i più difficili: lei aveva finito il tempo e tutti ci tormentavano "quanto manca a te? e  a te? Chi partorisce prima?" Tutti lo dicevano in buona fede ma vi assicuro che sentirselo dire decine e decine di volte al giorno è pesante!
Poi si avvicinava il giorno per lei e io ero in confusione totale. Non riuscivo a focalizzare la cosa...ero al termine anche io. Lei mi anticipava di 15 giorni sui calcoli ma poi avendo allungato si stava accavallando al mio termine.
Domenica mattina 30 giugno ero con mio marito al bar a fare colazione. Mi chiama mia madre: "andiamo? E io "dove?". "In ospedale, E. è in sala parto!". Mi sono alzata senza dire niente e sono uscita dal bar. Mio marito mi ha rincorso, ha pagato, e è corso a casa a prendere la macchina poi mi è venuto a prendere e siamo corsi in ospedale.
Siamo rimasti un'ora fuori dalla sala parto (abbiamo saputo poi che c'era stata qualche difficoltà perchè la piccoletta è nata con arto associato ovvero è uscita con una manina chiusa a pugnetto sul visino). Mia madre piangeva. Io ero in confusione totale.
Poi ecco il dottore "E' nata! Mamma e bambina stanno bene". E poi mi ha sgridato perchè era meglio che nelle mie condizioni mi fossi risparmiata uno stress e un'emozione così forte.
E infine eccole: la mia sorellina stravolta con in braccio un piccolo fagottino. Quant'era bella! Tutta scura, capellona e col nasino all'insù. Non mi dimenticherò mai la faccia di mia sorella...si reggeva in piedi a stento. Le si chiudevano gli occhi. Era sconvolta.
Io da una parte mi sentivo male per lei, per me è sempre la piccolina di casa e vederla così mi faceva stare male. Dall'altra pensavo "cazzo, adesso tocca a me!".
Sono stata sempre in ospedale con lei quel giorno e il giorno seguente. E quando le chiedevo del parto la sua risposta poco rassicurante era: "Sii forte" detto con tono funebre.
Ecco io me la facevo un pochino sotto!

La sera dopo la nascita della mia nipotina follettina (mi sembra un folletto con quel nasino all'insù, le guanciotte e gli occhioni a mandorla) torno a casa dopo aver passato l'intera giornata in ospedale, mi sentivo stanchissima, avevo esagerato quel giorno senza riposarmi mai.
E ovviamente che succede? Mi misuro la pressione come facevo tutte le sere (la stavo tenendo sotto controllo) e è troppo alta! Quindi completamente priva di forze dico a mio marito che è meglio se andiamo in ospedale per farmi vedere. Potevo mai immaginare che mi avrebbero ricoverato? E che, visto che la pressione continuava a salire, la mattina dopo mi avrebbero indotto il parto?

E così a 39+5 settimane di gravidanza mi ritrovo in ospedale con mia sorella e la mia nipotina.
Il 2 luglio faccio l'induzione col primo gel al mattino e passo il tempo in camera con  mia sorella (ma a dire il vero ricordo poco di quei momenti). Al secondo gel partono le contrazioni e da lì il travaglio vero e proprio in serata. Con mia sorella che ogni tanto usciva dalla stanza e veniva ad incoraggiarmi e poi, quando io ero in pieno travaglio e non capivo più niente, sentivo in lontananza la sua voce...era lei che veniva ad informarsi con le ostetriche di come stava andando.
Solo giorni dopo ho saputo di lei che piangeva con mia madre in camera mentre io soffrivo perchè avendo ancora vivo il ricordo del parto aveva paura per me.

Alle 23,54 è nata Anna. Quando sono uscita dalla sala parto ho trovato mia sorella e la mia nipotina nella culletta ad aspettarmi.

I primi giorni a casa non sono stati facili. Eravamo com'è ovvio tutte e due un pochino impegnate! Non avevamo modo di vederci e di stare un pochino insieme. Ci mandavamo sms, telefonate poche per paura di disturbare. Le prime volte che ci vedevamo scoppiavamo a piangere perchè a entrambe mancava la sorella e la nipotina.
Piano piano abbiamo preso i nostri nuovi ritmi di vita e riusciamo a vederci più spesso. Sicuramente è un'esperienza incredibilmente emozionante e piena. E' strano per me perchè ancora non mi rendo conto di essere madre e pensare alla mia sorellina come mamma mi risulta difficile. Non riusciamo ancora a goderci del tutto le nipotine...siamo stanche e a volte ci diciamo "cullala tu la tua che io poi devo pensare alla mia!". Però è bello, abbiamo due bambine stupende, siamo state fortunate.
Abbiamo sempre avuto un rapporto molto stretto. Ci vogliamo un bene infinito e proprio perchè siamo molto diverse ci compensiamo e completiamo. Questa esperienza è stata un dono. Ci ha arricchito e unito ancora di più. Sarà bellissimo crescere insieme le nostre bambine. Io spero che loro si vorranno bene come due sorelle. Io so cosa vuol dire averne una ma non so se mai potrò darne una a mia figlia. Mi piace pensare che avrà sempre la sua cuginetta.

venerdì 22 novembre 2013

siamo tornati sul luogo del delitto

Ieri ci siamo decisi e abbiamo portato Anna a trovare i medici che l'hanno aiutata ad arrivare. Ci siamo messi in macchina e via! direzione Ortona. Non mi aspettavo un'accoglienza così! A parte che si ricordavano di me nonostante tutte le donne che vedono ogni giorno e poi pensavo che con tutto il da fare che hanno ci avrebbero a mala pena salutato. Invece ci hanno fatto entrare nello studio e hanno coccolato Anna facendoci un sacco di complimenti. Un mesetto fa avevo inviato anche una lettera con una sua foto e mi hanno detto che l'hanno già appesa nella stanza delle ecografie. Che emozione! Quando andavo lì io a fare i controlli mi concentravo su quelle foto, sui visi di tutti quei bimbi per distrarmi e riempire il mio cuore di speranza. Il pensiero che ora tra quelle foto c'è la mia bambina....mi commuove.
Abbiamo salutato la biologa, l'infermiera, l'ostetrica e la dottoressa. Abbiamo portato dei biscottini per tutti.
Le ho baciate tutte, le abbiamo ringraziate e loro ci hanno detto che il più bel ringraziamento per loro è stato conoscere Anna.
E poi gli dico: "Comunque ci rivedremo per il fratellino o sorellina". E mi hanno detto che se voglio è già ora di prenotare la visita perchè la lista di attesa è lunghissima.
Quindi un attimo di respiro e poi tra qualche giorno chiamo. Le visite le stanno dando ora per luglio e poi passano altri sei mesi almeno, a luglio la piccola farà un anno...sì, è ora di chiamare!


giovedì 7 novembre 2013

novembre di sole

Oggi c'era un sole bellissimo, tanto caldo, come un anno fa. Ricordo la prima eco al centro, la paura e l'emozione di quel momento in cui ti ho visto per la prima volta, faceva caldo anche quel giorno. Oggi eravamo io e te (papà a casa a studiare) a passeggio sul lungomare. Caldo, sole, il mare e noi. Mai avrei pensato di poter essere così felice. Sei bella, hai due occhi grandi grandi e scuri e guardi curiosa tutto. E quando sorridi con quella bocca sdentatina vorrei mangiarti di baci. Come dice mia sorella: "cinque sensi non bastano per assaporarti".

venerdì 1 novembre 2013

allattamento: gioie e dolori. anzi prima dolori poi gioie.

Abbiamo iniziato male. Lei era piccolina e non si attaccava, in ospedale non mi hanno seguita per niente e così siamo usciti da lì con la famosa aggiunta e l'uso dei paracapezzoli. Due notti in ospedale di disperazione perchè non si attaccava e ovviamente non voleva neanche il bibe, giorni tremendi a casa con il seno da cui non usciva neanche una goccia e il tiralatte sempre vuoto. Piangevo sempre, disperata. Attaccavo la bambina e dopo pianti, miei e suoi, cedevo all'aggiunta. Non dimenticherò mai gli occhietti che faceva quando le davo il biberon e se lo scolava in venti secondi. Riconoscenti e sorpresi.
Ma io volevo allattare. Lo volevo con tutta me stessa.
Allora vai col tiralatte. Attaccavo lei, pianto, aggiunta, sterilizza bibe, fai tiralatte. Tutto questo ogni ora, anche la notte. Ero mezza morta.
Poi è arrivata la famigerata montata. Improvvisamente le tette mi scoppiano. Ma la piccola ancora non si attacca bene.  E' deboluccia e si addormenta al seno, devo continuamente stimolarla. Continuo col tiralatte su consiglio dell'ostetrica del consultorio, in questo modo stimolo il seno visto che la piccola non lo fa e tolgo l'aggiunta. Chiedo anche l'aiuto di una consulente dell'allattamento.
Passano altri giorni da incubo, stimolare lei continuamente mentre allatto, tiralatte che mi ferisce tutto. Poi l'incubo della bilancia, l'incubo dell'orologio  (quanto tempo sta attaccata? Ogni quanto?) e a complicare tutto i commenti non richiesti di tutti, dal suocero (che chissà come è esperto di allattamento) alla vecchietta incontrata per strada che si improvvisa pediatra. E tutti a dire: ma beve? ma ciuccia? ma cresce? ma quanto cresce? ma perchè non gli dai l'aggiunta? piange perchè a fame. Dorme perchè è debole visto che non mangia. Non dorme perchè non mangia abbastanza. Quanto pesa? E' piccolina. E' secchetta. Ma ancora la attacchi, ha mangiato adesso! Ma ai miei tempi aspettavo tre ore. Ma la attacchi sempre così spesso? Ma beve o la usa come ciuccio? Ma si addormenta al seno? Ma perchè non usi il ciuccio?

Così il primo mese è faticoso come non avrei mai immaginato neanche lontanamente. Altro che parto!
Poi finalmente miglioriamo, lei si attacca (ma sempre coi paracapezzoli) e tutti i giorni è un tetta party. Lei, come è giusto, vuole stare sempre attaccata. Sempre. Non esisto più. Esistono solo lei e le mie tette. Non ho tempo di mangiare, dormire, fare pipì. Letteralmente.
Passa anche il secondo mese. E continua il tetta party.

Poi intorno ai tre mesi lei da sola si regolarizza, le poppate diurne diminuiscono e io ho di nuovo una vita mia! Ovvero riesco a fare pasti normali, posso lasciarla un'ora per andare dall'estetista sicura che se ha appena poppato avrò un margine di libertà. Mia madre o mio marito possono uscire a fare una passeggiatina con lei e lasciarmi a casa a dormire.

Ora siamo quasi a quattro mesi e posso felicemente dire che io e la mia piccola andiamo alla grande! Ovviamente non abbiamo orari (le tre ore sono solo una cosa inverosimile inventata per tormentare le madri). Abbiamo anche eliminato i paracapezzoli (sempre con non poca fatica). Lei cresce il giusto, è lunga e secchetta (per fortuna ha ripreso la costituzione longilinea dal padre!) e adora le mie tette (oddio, anche questo l'ha ripreso dal padre...).
Che tenerezza che mi fa quando la metto in posizione e lei già si acquieta perchè capisce che sta per mangiare! O quando apre la bocca come un uccellino. Quando con la manina mi tiene il seno. Quando dopo un po' che non ci vediamo, ad esempio se va a passeggio con mia madre, mi vede e apre la bocca e mi cerca. Quando è così affamata che come la metto giù (ci piace mangiare distese sul lettone quando siamo in casa) cerca con la boccuccia e nella foga del momento in bocca gli ci va a finire la manina e se la ciuccia.

E' stata dura. Tanto. Come non avrei mai immaginato. Avevo in mente un allattamento da film, nessuno ti dice invece che nella realtà non è così.
Però ora posso dire con orgoglio che sono momenti unici da passare con mia figlia, di una tenerezza infinita. Quando siamo lì, io e lei, solo noi, unite ancora una volta, e me la guardo e la accarezzo e sento dentro di me così tanto amore che sembra esplodermi il cuore.

P.S. Lasciate in pace le madri. Qualsiasi scelta facciano per loro e il loro bambino.












giovedì 24 ottobre 2013

eccoci!

Quasi quattro mesi e mi incanto a guardarti, odorarti, accarezzarti. Ci sei. E non mi sembra vero. E mi commuovo perchè un anno fa a quest'ora piangevo disperata, convinta che anche quel tentativo fosse andato male. Invece ora sei qui e sei meravigliosa.